Magazine Politico LIBERI | Seconda Edizione 02/2022

3 focus in questa edizione:
IL GOVERNO DEI GARZONI: DRAGHI SUCCUBE DEGLI USA METTE A RISCHIO L’ITALIA |
LA DIFESA DEGLI ANIMALI: I LIMITI CULTURALI E GLI OSTACOLI NORMATIVI |
MATTARELLA: PRIMO CITTADINO MA ULTIMA SPIAGGIA DI UN SISTEMA MALATO |

Clicca sull’articolo di tuo interesse o scorri sotto per leggerli tutti
Prima Pagina – Magazine Politico – Ed. numero 2 Febbraio 2022

IL GOVERNO DEI GARZONI: DRAGHI SUCCUBE DEGLI USA METTE A RISCHIO L’ITALIA

L’Italia deve assumere una posizione neutrale, non schierarsi a favore del fronte USA-Ucraina né tantomeno della Russia. È grazie a tale Posizione neutrale che paesi come Spagna, Portogallo e Svezia hanno evitato morte e bombardamenti durante la seconda guerra mondiale. Invece, ci stiamo comportando da pedina degli USA, pronti a morire per una guerra che non ci appartiene.

Ci siamo quasi: il Governo dei migliori è pronto a tutto, anche alla chiamata alla armi. Il nostro Paese sta assumendo posizioni troppo forti rispetto a quelle che possiamo permetterci.
Stiamo sfidando la Russia, che rispetto a noi è un elefante davanti a una formica. L’Italia deve assumere una posizione neutrale, l’unica posizione che durante la Seconda Guerra Mondiale ha permesso a paesi come Svezia, Portogallo e Spagna di evitare gli effetti devastanti della guerra. Niente schieramenti significa niente bombardamenti, niente morti, niente fame. E invece? Siamo pedine nelle mani degli Stati Uniti, siamo i garzoni pronti a morire per il padrone. Il nostro Paese non deve schierarsi né con la Russia né con il fronte Ucraina – USA. Non dobbiamo prendere una posizione: d’altronde è meglio essere ignavi che morire per una guerra che non ci appartiene. L’Italia ripudia la guerra, Draghi invece la sta alimentando. E due episodi lo dimostrano: Draghi è pronto a schierare 1.400 militari italiani per l’Ucraina e quindi contro la Russia e afferma che è necessaria «una risposta immediata con unità e determinazione» contro l’offensiva Russia, in barba agli avvertimenti di non interferenze ribadite da Putin, che ha promesso che in caso di intromissione ci sarà una risposta Russa con «conseguenze mai sperimentate nella storia». Draghi è determinato e, anche questa volta, conta di trovare un parlamento accondiscendente, come lo è sempre stato anche dinanzi a prassi di dubbia legittimità costituzionale: fra cui la continua reiterazione dei decreti legge, di cui il governo Draghi ha abusato al punto tale da aggiudicarsi il record per l’utilizzo. Questa volta, però, non c’è in gioco né il green pass né la caccia ai no vax ma la possibilità di morire nel giro di qualche ora. Ricordate gli effetti delle bombe nucleari, vero?
Il primo ministro italiano deve svestirsi dell’arroganza accumulata grazie al suo prestigioso curriculum da super tecnico; un curriculum ricco di competenza, ma non di umanità, condizione essenziale per governare i popoli. Draghi si è definito «un nonno al servizio delle istituzioni». La nostra speranza è che ritorni a fare il nonno ma lontano dalle istituzioni, altrimenti, molti di noi, il tempo di diventare nonni non ce l’avranno.

di Stanchi dei Soliti

LA DIFESA DEGLI ANIMALI: I LIMITI CULTURALI E GLI OSTACOLI NORMATIVI

Wurstel imbottiti di ami da pesca

Un piccolo passo in avanti è stato fatto: adesso la tutela degli animali è in Costituzione e in particolare all’art. 9. Un passo propedeutico a dare inizio alla cultura animalista di cui il nostro Paese ha un evidente bisogno. Un bisogno dettato anche dall’asimmetria fra normativa nazionale e poteri degli enti locali, che spesso subiscono l’annullamento del TAR dei provvedimenti adottati ogniqualvolta tentano di proteggere gli animali con strumenti ulteriori e rafforzati rispetto a quelli previsti dalla legge ordinaria. Il Legislatore italiano, quindi, ha optato in più occasioni per una forma di tutela parziale, quella del “proteggiamo gli animali ma non troppo”. La recente introduzione della tutela degli animali in Costituzione potrebbe cambiare le regole del gioco favorendo un’interpretazione delle norme più favorevole per i nostri amici a quattro zampe. Ma andiamo per ordine: cerchiamo di capire gli attuali limiti alla tutela degli animali e le soluzioni che si potrebbero adottare.        
Crotone è una delle tante città italiane in cui si verificano episodi di violenza sugli animali, sebbene la crudeltà delle ultime settimane rappresenta un unicum sul territorio nazionale, non solo per la spregevolezza degli atti ma soprattutto per la frequenza degli stessi: a distanza di una settimana abbiamo assistito a un pitbull ammazzato e gettato nel fiume Esaro e alla preparazione di wurstel “esca” imbottiti di ami da pesca per ferire a morte i cani che li avrebbero ingeriti. Gesti di estrema crudeltà che si collocano all’interno di un contesto normativo tutelante ma insoddisfacente.
A livello nazionale il Legislatore ha previsto delle forme di tutela per i reati più gravi (morte e maltrattamenti) ma le iniziative promosse dagli enti locali per tutelare gli animali si scontrano con la stessa Legge ordinaria che inibisce le iniziative dei Comuni.             
In particolare, il codice penale agli art. 544 bis, ter e quater prevede ammende fino a € 160.000 e un periodo di reclusione fino a tre anni, in caso di morte e/o lesioni, intendendosi per queste ultime le aggressioni e lesioni fisiche all’animale, l’organizzazione di combattimenti fra animali e la somministrazione di sostanze stupefacenti. Anche l’abbandono degli animali (art. 727) rientra fra i reati del codice, prevedendo la reclusione fino a un anno. Oltre a queste esplicite manifestazioni di violenza citate, la categoria dei maltrattamenti non include gli eventi circensi ed i botti di capodanno, tematiche molto discusse per gli amanti degli animali che in più occasioni hanno richiesto specifiche misure ai comuni di residenza per impedire tali fenomeni. I comuni non sono rimasti a guardare ma, talvolta, le iniziative intraprese sono state bloccate dai tribunali amministrativi regionali. È il caso del Comune di Roma che ha subìto l’annullamento da parte del TAR dell’ordinanza contingibile e urgente che vietava i botti di capodanno. Le ragioni dell’annullamento del TAR non erano relative all’oggetto dell’ordinanza, bensì al carattere di «urgenza» che, ad avviso del tribunale amministrativo, non sussisteva e il divieto poteva avvenire soltanto con «mezzi ordinari messi a disposizione dell’ordinamento», nel caso degli enti locali, da un apposito regolamento comunale. Eppure chi ha seguito quest’ultima strada non ha ricevuto un trattamento differente: sebbene il regolamento del Comune di Ladispoli per la tutela degli animali vieta le manifestazioni circensi con gli animali, il TAR ha stabilito l’illegittimità del regolamento, in quanto in contrasto con la legge numero 377 del 1968 che invece prevede e tutela il circo. Pertanto, osserva il TAR, il Comune non può disporre un divieto tout court di un’attività prevista dalla Legge. Quindi, se da un lato il TAR del Lazio invita il Comune di Roma a dotarsi di un regolamento per vietare i botti di capodanno (neanche essi di per sé illegittimi) dall’altro lo stesso TAR dichiara illegittimo il regolamento che vieta il circo in modo generalizzato, in quanto previsto dalla legge ordinaria 377 del 1968.       
La breve trattazione di questi due casi è esplicativa dei limiti che incontrano gli enti locali per promuovere la tutela gli animali. Queste limitazioni, però, non devono tradursi in un disincentivo per i Comuni a promuovere iniziative volte al benessere degli animali. In tal senso, Stanchi dei Soliti, ha già interessato l’assessore al patrimonio Antonio Scandale per individuare un’area da dedicare al cimitero degli animali. Altri consiglieri di maggioranza, invece, stanno lavorando alla predisposizione del regolamento per la tutela degli animali, al cui interno saranno previste limitazioni per i botti di capodanno, con la speranza che il nuovo articolo 9 della Costituzione possa favorire una interpretazione della Legge ordinaria volta alla massima tutela dei nostri amici a quattro zampe.

MATTARELLA: PRIMO CITTADINO MA ULTIMA SPIAGGIA DI UN SISTEMA MALATO

Sergio Mattarella

IL capo dello Stato è per definizione il primo cittadino della Repubblica. L’apice istituzionale, la vetta della politica italiana. Può, dunque, un ruolo di così elevato prestigio divenire l’ultima spiaggia dei partiti incapaci di trovare una sintesi? E se il memorabile applauso del Parlamento fosse indicativo della stima unanime nei confronti di Mattarella, perché lo stesso parlamento ha impiegato ben otto scrutini prima di eleggerlo? Un numero decisamente più elevato rispetto al numero di votazioni impiegate per eleggere Ciampi (una) e Napolitano (sei nel 2006 e quattro nel 2013). Negli ultimi trent’anni, soltanto per l’elezione di Oscar Luigi Scalfaro si registrò una maggiore attesa: ben sedici scrutini per eleggere il Presidente ma, è fondamentale precisare, l’elezione avvenne nel 1992 in pieno terremoto politico per l’inchiesta “Mani pulite” e con un sistema partitico che da lì a poco avrebbe ceduto il passo alla seconda Repubblica. Una situazione imparagonabile a quella attuale che, invece, proprio in virtù della fragilità del Paese a causa della pandemia, avrebbe dovuto responsabilizzare le forze politiche per trovare una sintesi in fretta, tutelando l’Italia dall’indecoroso spettacolo a cui abbiamo assistito.
Una situazione analoga a quella di novembre 2020 per la nomina del commissario della regione Calabria alla sanità: in una regione al collasso, e in piena pandemia, ogni giorno il governo “sfornava” un nuovo nome, rigorosamente smentito dopo ventiquattro ore. Il parlamento è stato sulla stessa lunghezza d’onda, diventando l’antitesi del buon senso, capace di trasformare il Capo dello Stato in un ripiego politico, in un compromesso al ribasso, che ha messo d’accordo tutti perché non era d’accordo nessuno.            
In ogni caso, grazie Presidente! Non tanto per i frutti del tuo mandato appena trascorso (condivisibile o meno) bensì perché, accettando l’incarico, hai posto fine ad un’imbarazzante impasse a cui il mondo intero ha assistito esponendoci a rilevanti derisioni internazionali.  

Se vuoi scrivere sul nostro magazine politico puoi contattarci su whatsapp al numero
351.717 22 53

Magazine Politico LIBERI | Prima Edizione 01/2022

3 focus in questa edizione:
MAL-EOLICO: STANCHI DEI SOLITI CONTRO IL PARCO |
IL CALABRESE NERO |
VORREI MA NON POSSO: LA POLITICA DI CARLO CALENDA |

Clicca sull’articolo di tuo interesse o scorri sotto per leggerli tutti
Iginio Pingitore – Capogruppo di Stanchi dei Soliti
Prima Pagina – Magazine Politico – Ed. numero 1 Gennaio 2022

MAL – EOLICO: STANCHI DEI SOLITI CONTRO IL PARCO

Iginio Pingitore fa il punto sul possibile parco eolico in mare: 250 metri di altezza, 87.000 metri quadri di concessione e ben 33 turbine eoliche. Uno scempio senza precedenti.

Avete capito bene. Quasi novantamila mq di concessione per l’installazione di un parco eolico in mare. La richiesta è della società Repower Renewable, che conta ben dieci parchi eolici in tutta Italia e due in Germania.

È importante precisare che Stanchi dei Soliti ha sempre creduto nelle energie rinnovabili, che consideriamo la fonte primaria per aumentare l’indipendenza energetica del nostro Paese fronteggiando una crisi climatica che appare inarrestabile. Tuttavia, è fondamentale contestualizzare il parco eolico all’interno del mare crotonese. Sarebbe un colpo di grazia per le marinerie – afferma Pingitore – che già incontrano tutti i limiti derivanti dalla presenza delle piattaforme. Limiti che, fra l’altro, investirebbero anche il settore turistico: che considera piattaforme e pale eoliche in mare l’antitesi delle spiagge bianche e del mare cristallino.
Iginio Pingitore, consigliere comunale di Stanchi dei Soliti, ha coinvolto il sindaco Voce che ha dato immediata disposizione agli uffici di formulare le dovute opposizioni tecniche, utili a scongiurare la realizzazione del progetto della società Repower Renewable.
Sono circa vent’anni che Iginio Pingitore promuove battaglie per la tutela dell’ambiente: nel corso del suo mandato da sindaco di Scandale si è opposto alla discarica di Santa Marina ed è stato promotore di importanti iniziative per la tutela dell’acqua pubblica e del relativo depuratore. Da consigliere comunale di Crotone, invece, ha scongiurato la realizzazione della discarica di Giammiglione, promuovendo in consiglio comunale una proposta di diniego che è stata approvata all’unanimità.

di Stanchi dei Soliti

IL CALABRESE NERO. DI SINISTRA O ALTRUISTA?

I migranti che tanto odiate sono in gran parte bambini | Wired Italia
Barcone di immigrati

Mi chiedo come si possa ricondurre una vita umana a un dibattito politico. Salvare persone è diventato davvero di destra o di sinistra? È davvero buonismo affermare che questi uomini e queste donne hanno diritto ad una vita diversa? E noi occidentali in tutto questo, con quale faccia poniamo dei limiti agli sbarchi? Spesso non abbiamo il coraggio di superare le nostre abitudini, la nostra comfort zone, e ci prendiamo il lusso di banalizzare il coraggio di queste persone. Ce l’avreste voi il coraggio di viaggiare su un peschereccio per raggiungere una vita migliore? La risposta è no: giustamente, vi strazierebbe dal dolore andar via da Crotone per il Nord, figuriamoci abbandonare terra, origini e famiglia in un altro continente. Quindi, al di là delle responsabilità politiche, che richiederebbero una equa ripartizione dei migranti fra i Paesi UE, dobbiamo ricordarci che la vita di un calabrese non è poi così differente da quella di un extracomunitario emigrato. Emigriamo per studiare, per lavorare e per curarci. Cambia il mezzo di trasporto: noi viaggiamo in aereo e loro su un barcone. Ma non cambia la finalità: cercare il luogo del riscatto sociale, che la nostra terra non ci ha garantito. E anche da noi il famoso “aiutiamoli a casa loro” non ha attecchito: basta vedere che la “questione meridionale” esiste da quando è nata la Repubblica italiana.
E allora: viviamo gli uni accanto agli altri, nel rispetto reciproco di tradizioni e culture differenti. Differente non significa contrastante: il nero (o il calabrese) diventa antagonista per finalità politiche, che in Italia si è esplicato con la repentina evoluzione da “Prima il nord” al “Prima gli italiani“.
Chi vi scrive non è di sinistra ma è calabrese. E come tale, da persona che ha fatto le valigie per cercare la dignità altrove, non posso che essere solidale nei confronti di chi intraprende la medesima ricerca, ma con un punto di partenza decisamente diverso: lì c’è fame, guerre e malattie. Da noi, “u manciar subba a tavula” non è mai mancato.

VORREI MA NON TROPPO: CARLO CALENDA FRA PROFESSIONALITÀ E POPOLINO

Carlo Calenda durante la campagna elettorale di Roma

Alcuni mesi fa abbiamo assistito ad una campagna elettorale totalmente innovativa rispetto al passato.
Il protagonista è stato Carlo Calenda, candidato a sindaco che, con una sola lista, ha ottenuto il 20% dei voti. Numeri da capogiro per gli addetti ai lavori. A parità di liste, soltanto il Movimento 5 Stelle, negli anni d’oro, ebbe la capacità di fare meglio.
Calenda ha puntato molto sulla professionalità, con un programma elettorale dettagliato di 2.000 pagine, centri di studio interni al partito, analisi di costo delle proposte progettuali. Un’organizzazione quasi impeccabile: distante anni luce dai concorrenti, che invece si sono limitati ad elaborare programmi amministrativi al solo fine di rispettare gli obblighi derivanti dalla normativa elettorale vigente. Anche Calenda, però, è caduto nella trappola del popolino: assecondare gli impeti dell’elettore medio, dire esattamente ciò che “er romano de Roma” vuole sentirsi dire perché, in stile asso piglia tutto, anche i burini votano! L’epilogo di questo discutibile modus operandi è stato il tatuaggio SPQR che Calenda ha deciso di rendere indelebile sulla sua pelle, proprio in piena campagna elettorale.
Una strategia in perfetta armonia con i post di Matteo Salvini dedicati alla finale del Grande Fratello: parlare lo stesso linguaggio del popolino, trattare i suoi stessi argomenti, essere al suo stesso livello. Una trovata per accalappiarsi i voti dell’italiano medio, dimenticando che la politica deve essere espressione degli italiani migliori.
La politica deve costruire le basi per una comunicazione sana e massiva. L’una non esclude l’altra. La politica deve interrogarsi sul rapporto costi/benefici di un’azione: riflettere, banalmente, non su quanti voti si conquistano con il tatuaggio SPQR ma su quanti voti, invece, si perdono, perché in gioco c’è la credibilità. E finché non si ritornerà ad essere credibili, anche nella comunicazione, la politica non ha il diritto lamentare una scarsa partecipazione elettorale.

Se vuoi scrivere sul nostro magazine politico puoi contattarci su whatsapp al numero
351.717 22 53

Crotone: vietare la sosta vicino monumenti e beni culturali

Riportiamo di seguito la lettera che Andrea Arcuri ha inviato al Comune di Crotone.
Alla cortese attenzione

del Sindaco di Crotone
dell’Assessore ai beni culturali
dell’Assessore all’urbanistica
del Comandante della Polizia Municipale                

Oggetto: proposta di divieto di sosta in prossimità di monumenti e beni culturali
Nei giorni scorsi ho consultato i cittadini di Crotone – attraverso dei semplici sondaggi promossi sui social network- chiedendo loro se fossero favorevoli o contrari alla proposta in oggetto, che si pone il fine di vietare la sosta di veicoli a motore in prossimità di monumenti, opere e beni culturali. Lo scopo ultimo della proposta è semplicemente quello di ripristinare la normalità.
Infatti, in una città “normale” è assolutamente vietato parcheggiare veicoli davanti al Castello cittadino. Così come non è accettabile – secondo i principi della logica– che vi siano bidoni dell’immondizia collocati in prossimità di statue e/o opere artistiche. Crotone fa eccezione a tali principi come si evince dalle seguenti immagini:

castello macchine
Castello di Carlo V

pitagora macchine
Monumento a Pitagora con parcheggio adiacente

via ruffo 2
Opera artistica in via Ruffo tra parcheggi e immondizia

Appare evidente che è priva di senso la realizzazione di una statua se, a distanza di qualche settimana, la stessa deve essere annebbiata dalla stazza di veicoli e cassonetti e dal fetore del pattume. Senza scomodare il Castello Sforzesco di Milano o l’Ursino di Catania, caratterizzati da vaste aree pedonali che precedono l’ingresso alla struttura, è sufficiente osservare i nostri “cugini” di Le Castella che, sebbene abbiano spazio sufficiente per posteggiare una quindicina di macchine davanti al castello, preservano la decenza architettonica rinunciando al parcheggio romantico vista mare.
Niente di speciale, sia ben chiaro: pura normalità. 
E che di normalità si tratti l’hanno capito anche i partecipanti al sondaggio online: circa 250 votanti, fra Facebook e Instagram, con oltre 85% di voti a favore del divieto di sosta. Occorre osservare che fra i favorevoli vi sono anche numerosi cittadini residenti in via Discesa San Leonardo e nel centro storico, i quali antepongono il decoro urbano alla comodità di avere il parcheggio sotto casa.
Aree di sosta alternative, infatti, possono essere individuate in diverse zone della città.  Ricordiamo a tal proposito che Crotone è caratterizzata da una superficie territoriale di 182kmq, decisamente più estesa del 97% dei Comuni Italiani. 

Comprendiamo che porre dei divieti di sosta può essere una scelta impopolare, che si scontra con quella parte della popolazione abituata a un regime di comodità totale. Ma un Comune serio non deve assecondare i capricci degli abitanti bensì le loro esigenze, e l’oggettiva esigenza dei crotonesi è che inizino a vivere in una città normale.

Andrea Arcuri

 

La fine di una bella storia d’amore

rynaiar-kr
Ryanair a Crotone

 

È finita così. E ci sembra doveroso aggiornare questo blog con una delle battaglie che abbiamo vinto: Ryanair a Crotone.

Abbiamo seguito la vicenda dal primo all’ultimo giorno. Da quando Ryanair ha manifestato interessa a volare da e per Crotone fino a ieri, quando è decollata per l’ultima volta.

Vi riproponiamo le parole di Andrea Arcuri riportata sul suo profilo facebook, e vi invitiamo, infine, a rileggere le tappe della nostra battaglia per consentire il decollo di Ryanair.

arcuri-ryanair

 

Ci auguriamo che sia un arrivederci. Ci auguriamo che Crotone potrà continuare a volare.

Stanchi dei Soliti

Elezione Pugliese: Stanchi dei Soliti farà opposizione?

image

Dopo cinque anni di opposizione esterna al PD come agirà Stanchi dei Soliti nei confronti di Pugliese?

La parola “opposizione” non rispecchia il nostro modus operandi.

Chi si oppone a prescindere ha finalità solo politiche e non amministrative.

A noi interessa in che modo sarà amministrata la città che amiamo.

Sosterremo Pugliese nella buona amministrazione. Saremo il suo peggiore incubo se qualcuno umilierà Crotone.

A sostegno della nostra terra. Da sempre.

Stanchi dei Soliti

Crotone scialacqua l’occasione dei fondi europei

 

crotone
Piazza Pitagora Crotone

Crotone ha sprecato gli ultimi 20 anni – una generazione- a inseguire alternativamente il sogno industriale perduto e un mosaico di interessi locali che hanno beneficiato la posizione politica e il portafogli , in una regione, la Calabria che a Dicembre ha dovuto restituire oltre 600 milioni di euro comunitari che non è riuscita a spendere nei tempi dovuti.

Giusto per essere esplicativi. Dei 23 milioni di euro destinati alla riqualificazione urbana solo 11 sono stati utilizzati per il centro storico di Crotone, provincia tra le più povere d’Italia. Tra i rimandi di responsabilità tra Regione Calabria e l’amministrazione gli unici a pagarne le conseguenze sono i Crotonesi, ormai parte lesa da parte di tutti i giochi di palazzo che pagano altresì lo scotto di una mancanza di competenza nell’utilizzo di questi strumenti europei determinanti in altre zone sottosviluppate nel rappresentare un volano di sviluppo.

Quando le competenze vengono messe in campo come per esempio nel caso della città di Rzeszow in Polonia accade esattamente il contrario. I Fondi Europei in questo caso sono stati spesi fino all’ultimo centesimo ( per la precisione 18,6 Milioni di Euro) cambiando volto all’aeroporto cittadino che si prepara ad ospitare un volo intercontinentale con tutti i ritorni in termini economici che ne conseguono.

Alla base c’è la programmazione. Come indicato dal rapporto di Fabrizio Barca, presentato alle istituzioni europee, bisogna promuovere il processo di apprendimento che dia luogo alla valutazione dell’impatto possibile sui territori.

Se si continua ad utilizzare i fondi europei per la spesa ordinaria (manutenzione di strade e affini a ridosso delle elezioni) non si garantirà il valore aggiunto in termini di innovazione, inclusione e sviluppo delle risorse veicolate da Bruxelles.

L’impatto pratico dei suddetti fondi , risulta chiaramente anche attraverso le BEST PRACTICE, i casi di eccellenza di spesa. Continua a leggere