Crotone non deve morire


Il funerale di Crotone
Il funerale di Crotone

Sono pochi anni che seguo da vicino e da lontano le varie vicende politiche italiane, calabresi e crotonesi e subito mi sono reso conto della bellezza del fare politica (ripeto: gestire l’interesse collettivo per uno scopo appunto collettivo); purtroppo, allo stesso tempo, ho cominciato a nutrire disprezzo e rabbia verso l’essere “politico”,interesse di quella collettività che per prima dovrebbe tutelare, e invece principale colpevole di tanti e tanti omicidi.  Si tratta di vittime sole e inermi di fronte ad una società divenuta così veloce, tossica, indifferente ai problemi reali, apparentemente appagate da un denaro sempre più padrone di noi. Dobbiamo ricordarci che solo la politica può influenzare realmente la nostra vita e dal nostro interesse verso essa passa quindi la buona condotta dei nostri governanti. L’esempio della nostra città è più che esaustivo.
La Politica nella vita del crotonese

Come ho scritto è da pochi anni che mi interesso alla politica, di conseguenza il mio pensiero non può che riguardare un tempo recente, ma credo che le mie esperienze attuali hanno molto a che fare con usi e costumi che vengono da lontano e quindi con le esperienze dei miei cittadini di data più lunga.
Sono partito da Crotone alla soglia dei 19 anni (ora ne ho 23) verso un sistema, quello toscano-fiorentino, che nonostante gli ultimi svolgimenti sembra essere “meno peggiore” di altri: i paragoni politici, ma ancora prima sociali, sono venuti da sĂ© e come molti miei compaesani mi sono trovato a dover gestire l’approccio al cambiamento. Un cambiamento di mentalitĂ , di usi e di modi per “abbuscarsi la pagnotta” volto alla ricerca di un pensiero di sicurezza sul futuro che dalle nostre parti è impossibile trovare. Potrebbe essere inutile elencarvi le esperienze crotonesi dal momento che le conosciamo tutti e sono sempre le stesse, anche se vissute dalla gente in modi ovviamente differenti: la mentalitĂ  del puntare il dito, l’appropriarsi dei problemi altrui mentre ai propri ci pensa il Signore. Il fare è divenuto un qualcosa di speculativo prima che fisico, elevato prima che umile … vorrei ricordare che noi non siamo la terra dell’industria (anche se è stata l’industria a ferirci maggiormente) bensì quella dell’agricoltura e , almeno così dovrebbe essere, del turismo.
La mala politica in tutto questo mare di male vivere ci ha sguazzato per decenni e  ha provocato (e ci siamo provocati)  danni ingenti alla nostra amata e storica terra ma in primo luogo a noi cittadini di Crotone e alla nostra cara salute! Permessi clientelari, occultamenti d’informazione, scarsa efficienza amministrativa e burocratica hanno riversato il nostro futuro nella discarica: hanno gettato la nostra speranza e le nostre grandi potenzialitĂ , in continuazione, per anni, tanto che ora sta uscendo tutto fuori. Ovunque spazzatura e rifiuti tossici che hanno circondato anche i nostri figli e le nostre scuole dove dovrebbero essere “educati” al vivere civile. L’educazione …. un’educazione (im)possibile.
Quanta rabbia provo e conservo nella speranza di un goccia che faccia traboccare il vaso Vallone e che permetta in maniera democratica la comparsa di nuove, giovani e finalmente capaci figure politiche e cittadine in grado di risolleva la nostra grande forza KROTONIATE sepolta (sotto i rifiuti….).

Per questo dico: Crotone non può morire, Crotone non deve morire.

Un mio grandissimo augurio va ad Antonio P., per il suo grande lavoro sportivo e in prima istanza educativo. A Tina, grande lottatrice e grande donna. A Luca S. per la sua pure forza giovanile. A tutti i lavoratori disoccupati e pieni di rabbia, e infine, assolutamente non meno importante, ringrazio Andrea A. per la sua forza nuova, genuina e fiduciosa ma soprattutto sapiente conoscitore del sistema amministrativo di gestione della cosa pubblica. Si può quindi dire che vi ringrazio in particolare di un grande regalo che ci fate e che a mio avviso è la cosa più importante: la speranza nel cambiamento.
Concludo sottolineando che ieri ho partecipato al convegno poco pubblicizzato nella cittĂ  (strano, perchè deve essere di dominio pubblico una notizia così importante e che riguarda soltanto in popolo crotonese) su questo famoso, “metti la prima (e l’ultima) pietra, capitanato da i Soliti indegni traditori della patria e dell’interesse pubblico.
Mi ritrovai li a gridare con tutta la forza contro loro e quello che di piĂą male hanno fatto a crotone e alla cittĂ , in aula altri protestanti hanno esibito uno striscione e urlato contro la casta. Il risultato? La nostra amata rete locale e video Calabria  hanno mandato in onda le promesse da marinaio dei Soliti, oscurando l’indignazione e lo sdegno che abbiamo manifestato, oscurando così la voce dell’opposizione: la voce popolare.
Ribelliamoci, ribelliamoci, ribelliamoci: ci stanno uccidendo, non stanno rispettando il diritto più importante di un uomo, cioè il diritto alla vita. Se non lottiamo per nostra vita, compari crotonesi, allora non meritiamo neanche di vivere. Abbiamo perso e continuare ad abbassare la testa non farà altro che renderci servi e miseri sudditi di un re cattivo e dalla pancia piena.
Noi siamo italiani, non siamo europei, siamo soltanto poveri calabresi da sempre soggetti alla forza bruta dell’ignoranza e dell’interesse privato. Ribelliamoci.

di Andrea Campagna
Stanchi dei Soliti

2 pensieri su “Crotone non deve morire

  1. L’articolo è lo spaccato non soltanto dell’odierna realtĂ  crotonese, ma quasi quella registrata da sempre negli ultimi decenni, se si escludono alcuni brevi periodi.
    Bisogna, pertanto, porre fiducia in Voi giovani. Ma in tutti i giovani e non giĂ  in uno sparuto numero. Dovrete lottare a denti stretti per poter difendere i diritti di tutti i cittadini e di non fare morire questa gloriosa, ma sfortunata, cittĂ . Giorno dopo giorno, ora dopo ora.
    Soltanto così sarà possibile fare cambiare le cose. Buon lavoro!

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  2. Salve Sig. Bava,
    il nostro piĂą grande problema è culturale prima che politico. Dovrebbe essere la politica a indirizzare il suo pubblico verso il giusto pensare ma, la politica è l’immagine riflessa della societĂ . Una societĂ  mal pensate non può che arrivare a conclusioni che si discostano totalmente da una logica nazionale, europea o addirittura cosmopolita. Un po per colpa nostra, molto per questioni storico politiche ci siamo ritrovati ora nell’era della conoscenza a comprendere i meccanismi intrinsechi della nostra STORICA ma da sempre deturpata terra. Le risparmio i problemi che dovremmo affrontare qualora delegassero a noi giovani la gestione della cosa pubblica (attualmente marciume pubblico). Ma noi siamo giovani, siamo forti e comunque siamo giĂ  morti.
    In passato il primo mio pensiero di insicurezza è fragilità derivava dalla criminalità organizzata, inutile nasconderle i motivi, li conosciamo, li viviamo.
    Ora appena qualcuno nomina la parola TUMORE…….TREMO.
    La consapevolezza della morte accompagnata da una agonia straziante e pensante mi piega in 2.
    C’è un’altro tipo di consapevolezza che mi piega dalla rabbia (il sentimento è cambiato ma sempre sbagliato) l’IMMOBILISMO E LA COSCENZA IGNORANTE dei miei concittadini bramanti solo di invidia, di tradimento, di mal costume e di scelleratezza. Prima di cambiare la politica si deve cambiare il nostro modo di pensare.
    Questi problemi ce li portiamo dietro da 40 anni e oltre.
    Sono gli orrori dei nostri padri che ci hanno rovinato. Sono i pompieri degli ex incendiari del 68 che hanno portato distruzione e miseria fisica e intellettuale (a Crotone come nella politica nazionale).
    La mia fiducia è molta perché in questi anni ho conosciuto molta gente ancora speranzosa e vogliosa di cambiamento.
    Gente buona, gente con problemi, gente alle prese con la difficoltà della vita ma che però ha lo spirito Krotoniate dentro, lo spirito del guerriero e non lo spirito di Crotone.
    Secondo me anche se questo sciacallo non molla la poltrona, CE LA FAREMO.
    Io penso che un pugno di giovani accompagnati da un’altro pugno di meno giovani ce la faranno e insieme cambieremo il nostro destino ora piĂą che mai pietoso.
    Ce la faremo perché i soldi per bonificare ci sono e devono essere solo gestiti bene e in maniera intelligente.
    CI sono 56 Milioni di euro!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    Spero vivamente che i soldi della guarigione non vadano in mano a questi sciacalli imprenditori- politici.
    Chi vivrĂ  vedrĂ  Ce tanto da parlare (delle cose serie)

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