SdS Riordino province:i cittadini sono indifferenti perchĂ© organi di governo provinciali non hanno lavorato bene


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Nuova cartina province

Sembra che il ritorno all’assetto istituzionale precedente al 1992, quando Crotone era un paese in provincia di Catanzaro, non abbia suscitato alcun sentimento di indignazione  nella maggioranza dei
cittadini crotonesi. Tale indifferenza potrebbe essere interpretata come l’ennesimo comportamento apatico dei nostri conterranei, spesso considerati come coloro che preferiscono lamentarsi piuttosto che contribuire concretamente al miglioramento della cittĂ .  Ma in realtĂ , confrontandomi con vari cittadini, ai quali ho manifestato l’esigenza della tutela della nostra provincia soprattutto per ragioni di identitĂ  e autonomia, ho potuto constatare che tale indifferenza è giustificata dall‘incapacità degli eletti a gestire il territorio provinciale. Infatti, molti miei concittadini hanno espresso opinioni simili a riguardo, sintetizzabili come segue: <<La provincia di Crotone sino ad ora non è stata gestita in modo adeguato, quindi è irrilevante la soppressione o il mantenimento>>.
Pur non essendo d’accordo con queste osservazioni, in quanto credo che se la provincia fosse amministrata decentemente funzionerebbe, e quindi il problema non è l’ente in sé, bensì chi lo gestisce, devo riconoscere che l’indifferenza dei cittadini, questa volta, non è frutto della classica “apatica Crotonese”.  La maggioranza dei crotonesi è indifferente alla soppressione della provincia perché gli organi di governo provinciali (presidente, giunta e consiglio) susseguitesi negli anni, non sono stati capaci di amministrare in modo tale da contribuire allo sviluppo del territorio. Se così fosse stato, forse, non saremmo in quattro gatti a rivendicare il mantenimento della provincia di Crotone.
L’unico aspetto positivo del riordino delle province è dato dalla diminuzione delle poltrone degli organi e delle rispettive indennità; ragione per cui la gran parte della classe dirigente locale è a favore del mantenimento dell’ente.

Andrea Arcuri

Stanchi dei Soliti

3 pensieri su “SdS Riordino province:i cittadini sono indifferenti perchĂ© organi di governo provinciali non hanno lavorato bene

  1. Andrea, non penso sia il momento favorevole per delle polemiche. Dovremmo, invece, premurarci di agire in qualche maniera. Come sto facendo io da 4 giorni e, se non hai avuto occasione di leggere, mi premuro di riportare quanto pubblicato:

    SE VOGLIAMO SALVARE LA NOSTRA PROVINCIA ECCO COSA FARE:

    L’UNICA MANIERA, SECONDO ME, PER CONVINCERE I DUE MAGGIORI PARTITI A NON FARE PRESENTARE AL GOVERNO MONTI ALLA CAMERA L’O.D.G. PER LA SOPPRESSIONE DELLE PROVINCE DOVREBBE RISULTARE QUESTO:
    APRIRE SU FACEBOOK LE SEGUENTI PAGINE:
    PIER LUIGI BERSANI
    PARTITO DEMOCRATICO PAGINA UFFICIALE
    DEPUTATI PD
    SENATORI PD
    YOUDEM.TV
    nonchè
    SILVIO BERLUSCONI
    IL NOSTRO PRESIDENTE SILVIO BERLUSCONI
    e scrivere su ognuna di essa:
    IO CITTADINO DI UNA PROVINCIA SOPPRESSA NON VOTERO’ PIU’
    ( o una frase similare).
    Grazie !

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  2. Ciao Rodolfo, ho letto il tuo invito e ho risposto qualche mese fa quando hai creato un gruppo denominato “IO CITTADINO DI UNA PROVINCIA SOPPRESSA NON VOTERO’MAI PIU”. Sai bene come la vedo sul “non voto”.
    Infine, con questo articolo e con tutti gli altri, spero di offrire qualcosa di costruttivo che non si limiti alla semplice polemica. Infatti, ho piĂą volte precisato che nonostante le amministrazioni provinciali non abbiano operato in modo adeguato, la sopravvivenza dell’ente è fondamentale, perchĂ© <>.
    Ciao Rodolfo, continuiamo con la nostra battaglia.

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  3. Io penso che l’indifferenza della gente ci dice 2 cose:
    da un lato l’operato delle giunte “scaldapoltrona” che nulla o poco hanno fatto per lo sviluppo, la salvaguardia e il decoro del proprio territorio;
    dall’altro e, di questo, si parla meno, perchĂ© Ă© difficile ammettere con umiltĂ  le responsabilitĂ  della cittadinanza, pronta sempre a lamentarsi evidenziando il proprio malcontento, ma quando si tratta di manifestare la propria unanimitĂ  nell’esprimere le preferenze e nel confermarle, ognuno sceglie per sĂ©, contraddicendo lo stesso malcontento e accontentandosi che le cose siano sempre le stesse!
    Vogliamo imitare gli americani, vogliamo dare l’idea di grandezza, di desiderare il cambiamento radicale, ma solo a parole e non si Ă© mai pronti nei fatti concreti!
    Quindi questo secondo punto diventa importante per togliere la credibilitĂ , lasciando sempre il Sud a disposizione dello sfruttamento, contento di essere suddito, di quella forma di clientelismo che ha contribuito, complice l’omertĂ , ad annullare quella prosperitĂ  finanziaria ed economica tipica del periodo in cui faceva parte del Regno delle 2 Sicilie, poi Regno di Sardegna, floriditĂ  invidiata ai tempi di Re Ferdinando!
    Nessuno di noi vuole a fatti quel cambiamento radicale che diventa concreto quando il nostro popolo emigra o immigra, dando l’immagine della concreta voglia di fare fuori dal proprio territorio, invece bisogna aver coraggio di volere far emergere la voglia di fare fatti concreti anche e soprattutto nel proprio territorio, debellando le paure dietro cui ci si giustifica che la mafia, ndrangheta, camorra e/o Sacra Corona Unita che dir si voglia impedisce tutto questo.
    L’omertĂ  Ă© complice della criminalitĂ  che si fa forte di questo! Ma l’omertĂ  Ă© la maggiore delle forze negative, ce ne sono altre che bisogna vincere, altre paure, altre strade da rigenerare per abbattere i muri interni di divisione che ristagnano il clientelismo del Sud che invece Ă© una grande risorsa, oggi piĂą che mai, da riscoprire e ripristinare, anzi direi rivalorizzare. Se si continua a dare adito a chi ci governa che conviene mantenere così tutto il Sud, mi dispiace dirlo, resto indignato nel terzo millennio della mentalitĂ  della mia gente! Facciamo emergere l’orgoglio, abbattiamo l’omertĂ  che non ha piĂą ragione di esistere e allora il Sud risorgerĂ !

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